Torino

Torino, i 60 anni dell'associazione imprenditrici Aidda: "Donne fondamentali per il cambiamento dopo il flagello pandemia"

La presidente Giachetti: “Con il Covid quasi centomila lavoratrici hanno perso il posto, il doppio degli uomini”
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La più antica associazione di imprenditrici italiane si chiama Aidda - Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda - e oggi, a Torino, ha celebrato i suoi 60 anni. Un compleanno importante che cade nell'anno in cui alle donne è toccato pagare il prezzo più alto della pandemia in termini di posti di lavoro e sforzi per l'assistenza famigliare.

 

"Oggi ci sono temi urgenti da affrontare e la pandemia che si è rivelata un flagello ma anche una opportunità per cambiare, ce lo ha confermato", commenta Antonella Giachetti, presidente dell'associazione che rappresenta 36mila addetti che insieme in Italia producono un fatturato di 12 miliardi di euro. Sono 450 mila le donne che hanno perso il lavoro in Italia nel 2020. 

Antonella Giachetti, presidente nazionale Aidda 

"Sono emerse le fragilità dell'essere umano e del sistema", prosegue Giachetti che conia il termine "ecologia economica" per spiegare le ricadute economiche di un sistema che per anni non ha tenuto conto di molti aspetti, del benessere del pianeta, per esempio, della necessità della cura che ricade quasi sempre sulle donne. "Sono costi che ora ci vengono contabilizzati ma che prima pensavamo di non poter pagare. Questo deve insegnarci ad affrontare le prossime crisi perché dobbiamo entrare nell'ottica che andiamo incontro a un periodo di crisi periodiche - spiega - Siamo stati abituati a pensare che l'ecologia sia sempre un costo e invece non c'è economia senza ecologia, semplicemente perché non sarebbe economico".

 

Secondo Giachetti sono le donne a farsi portatrici di una nuova dimensioni di valori e nell'ambito delle imprese sono quelle gestite da donna ad aver dimostrato una maggiore capacità di resilienza durante la pandemia e una maggiore attenzione alla persona. "La valorialità femminile può davvero fare la differenza, non solo ai vertici ma anche in postazioni meno apicali, senza siamo destinati a mettere in discussione il nostro futuro".

 

All'incontro di questa mattina, a  Torino, hanno partecipato la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti e la sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha detto: "Per le donne è più difficile fare politica, fare le imprenditrici, è più difficile esporsi. Chiediamoci il perché. Molte donne non sono libere di scegliere, perché oggi vivono in una società in cui sulle stesse donne c'è un carico maggiore. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, anche grazie ad associazioni come Aidda, ma la battaglia deve essere di tutte la società, perché se c'è più inclusione, c'è più capacità di raggiungere gli obiettivi ed è più giusto".

 

Laura Linda Sabbadini, Chair del W20, parla di una "resistenza culturale che esiste in particolare nel nostro paese". Se è vero che il 60 per cento delle donne laureate lavora, con un livello di istruzione inferiore la percentuale scende e appena il 20 per cento delle donne con una licenza media  nel sud Italia lavora. "Dobbiamo abbattere questi stereotipi culturali, spesso inconsapevoli, investendo sulle persone fin da bambini, con una formazione continua. Dobbiamo dire basta- ha detto la Sabbadini - ai libri di testo dove le donne sono rappresentate come casalinghe e gli uomini come dei capi. Serve una rivoluzione culturale".

 

Nel corso dell'incontro è intervenuto Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte, che ha sottolineato come l'imprenditoria femminile sia parte importante di un cambiamento inteso non solo come opportunità ma come necessità per il futuro.