«Top italian companies», le cento aziende più performanti su Corriere.it
di Andrea Bonafede
di Alessandro Bergonzi26 ott 2022
Tra forma e sostanza la definizione di merito fa discutere, in particolare dopo la scelta del nuovo governo di creare un ministero del merito affiancato a quello dell’istruzione. «La parola merito rischia di essere uno schiaffo in faccia a chi parte da una condizione di disuguaglianza», ha tuonato il segretario della Cgil Maurizio Landini, attaccando la scelta di Giorgia Meloni che si è detta «stranita dalla contestazione». Tra favorevoli e contrari, lo strumento per mettere tutti d’accordo c’è e si chiama «Meritometro»: il primo indicatore quantitativo, interamente elaborato in Italia, di sintesi e misurazione dello stato del merito in un Paese, con possibilità di raffronto a livello europeo e aggiornamento periodico dei dati.
L’indicatore scientifico, è stato elaborato dal Forum della Meritocrazia - la prima associazione nazionale nata nel 2011 per promuovere e diffondere la cultura del Merito nel Paese, - i cui main partner sono 4Manager-Federmanager e CFMT-Manageritalia - in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, e misura il livello meritocratico di 12 Paesi d’Europa sulla base di sette pilastri: libertà, regole, trasparenza, qualità del sistema educativo, attrattività dei talenti, pari opportunità e mobilità sociale. E allora leggendo la classifica del merito, si scopre subito che l’Italia vince la maglia nera: con un punteggio di 25,48 su 100, si conferma anche quest’anno ultima nel ranking europeo, sia nel punteggio complessivo, sia nei singoli pilastri, come dal 2015 (primo anno di rilevazione) in poi.
Inoltre, per dare concretezza alla valutazione del merito ed estenderla al mondo dell’impresa, l’associazione ha creato «Meritorg», il primo strumento validato da due survey nazionali, basato su dati oggettivi, che consente di misurare e certificare il merito nelle organizzazioni del settore pubblico e privato, evidenziandone il valore per gli stakeholder. Il Meritorg si fonda su cinque pilastri: Pari opportunità, Qualità e sviluppo capitale umano, Capacità di attrarre i talenti, Performance e carriera, Regole e trasparenza; e già sei aziende, tra cui Sanofi e Allianz Partners lo hanno sperimentato. Il risultato, dati alla mano, è una certificazione dell’impegno dell’organizzazione nella promozione delle pari opportunità e nello sviluppo del capitale umano, nell’attrarre e ritenere i migliori talenti, nel dotarsi di modalità di incentivazione e carriera adeguate, nell’esplicitare e rispettare procedure e regole aziendali.
di Andrea Bonafede
I dati completi del Meritometro 2022 verranno presentati in anteprima il 27 ottobre 2022 durante la Giornata nazionale del Merito, l’incontro annuale per fare il punto della situazione e stimolare il dibattito sul merito nelle università e nel mercato del lavoro, privato e pubblico. Giunto quest’anno alla sua sesta edizione, con la collaborazione di Assolombarda e il supporto di Elite - A Euronext Company, l’evento è organizzato e promosso dal Forum della Meritocrazia. Il focus dell’evento sarà sul ruolo fondamentale delle imprese nel promuovere la buona governance. Si parlerà infatti della ‘G’ dei criteri ESG, un aspetto che riguarda da vicino la meritocrazia.
«Perché la meritocrazia è trasparenza, pari accesso alle opportunità, equità, inclusione», sottolinea la presidente del Forum della Meritocrazia, Maria Cristina Origlia che guarda oltre le polemiche. «Ciascuna persona è un mix unico di talenti, - spiega - e una società equa dovrebbe garantire un ecosistema favorevole allo sviluppo delle idee, delle competenze e dei talenti di tutti, a partire dai giovani». Oltre la forma, la presidente punta alla sostanza. «I dati ci dicono che siamo tra i paesi avanzati in cui le condizioni della famiglia di origine condizionano di più l’accesso agli studi superiori. Per offrire pari accesso alle opportunità, occorrono investimenti pubblici nel percorso educativo, a partire dagli asili nido e policy aziendali tese alla valorizzazione del capitale umano e al riconoscimento del merito, in base a criteri di valutazione condivisi e trasparenti».
Di certo, guardando la mappa del merito, in Europa tra post pandemia e tensioni geopolitiche il quadro non è confortante: 4 Paesi su 12 hanno risultati «in peggioramento». Inoltre, rispetto alle rilevazioni precedenti, si confermano sia la supremazia del modello scandinavo sia un’Europa a più velocità. Le performance peggiori riguardano i pilastri delle pari opportunità e della qualità dei sistemi educativi.In un contesto difficile, la situazione più complessa è proprio quella dell’Italia, staccata di oltre 9 punti dalla Polonia penultima in classifica e di ben 43 dalla Finlandia che si classifica prima nel Meritometro, con i gap maggiori che si registrano nella qualità del sistema educativo e nella trasparenza.
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di Antonella Baccaro
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